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Il legame

“Nessuno si salva da solo”

(M. Mazzantini)




“Sofia aprì l’anta del vecchio armadio, ci entrò dentro facendosi spazio tra i vestiti impolverati; chiuse l’anta dietro di sé, strinse forte gli occhi e contò fino a dieci. Quando li riaprì, tutto era diverso. L’armadio non c’era più, i vestiti non c’erano più. Aveva davanti a sé un mondo fatto solo di dolci. I suoi occhi provarono uno stupore immenso ma non riusciva a rendersi conto di quanta bellezza era fatto questo mondo.

Ad accoglierla venne subito una fata, era bellissima.


Sofia chiese una spiegazione a tutto ciò e la fata le disse: ”solo tu puoi entrare in questo mondo per rifugiarti da tutto e da tutti, ma solo tu puoi capire come uscirne”.

La fata incominciò a mostrarle il mondo di dolci, le fece vedere le abitazioni fatte di torrone, pan di zenzero, zucchero filato e altre buonissime leccornie.


Le presentò tutti i suoi amici e amiche ma, ad un certo punto, le disse una cosa molto importante: “per tornare indietro nel tuo mondo reale dovrai trovare la chiave magica che sblocca l’anta dell’armadio”.

Sofia era spaventatissima ed agitata perché in un mondo così grande ci avrebbe messo secoli a trovare la chiave.


Incominciò a girovagare, assaggiò tutti i tipi di dolci possibili e non diede peso alla chiave, ma dopo un po' si rese conto che qualcosa le mancava. Iniziò ad essere triste, irrequieta e a non godere più delle meraviglie di questo mondo; capì che quella chiave magica era dentro di sé. I legami! Erano questi che mancavano a Sofia. I legami con la sua famiglia, con gli amici e capì che, nonostante le crisi, le incomprensioni, senza questi legami era persa. Salutò le fate e ritornò, felice e grata alla vita, nel suo vecchio ma unico armadio”. (tema fantasy, Virginia, 16 anni)


Il legame!

E’ opinione comune iniziare a parlare di legame nel momento in cui si viene al mondo, si entra in contatto con la figura materna, si instaurano le prime relazioni, le prime cure.


A ben guardare, ogni essere umano nasce nel momento in cui entra nella mente e nel cuore di qualcuno.

Quanto spazio è stato fatto al nostro arrivo, quale sentimento ci ha accolto, quanto valore è stato dato all’attesa, quanto diverso è stato lo spazio dato al primo figlio rispetto al secondo, quante aspettative sono state riposte in noi…

Rifacendoci alla metafora del viaggio, possiamo pensare alla vita come a un viaggio in treno.

Un viaggio in cui la nostra famiglia è in transito da generazioni ed in cui noi, quando arriviamo, possiamo essere i primi o gli ultimi giunti sul loro vagone, alle volte attesi ed alle volte meno. Diventiamo parte di un viaggio in cui molte fermate sono già state programmate e molti posti già occupati.


La nostra storia in questo mondo parte dai racconti del tempo che ha preceduto il nostro arrivo in famiglia e dal senso che è stato dato alla nostra nascita. Un insieme di racconti, aneddoti che ci collocano in una famiglia con una storia già sua. Il primo legame con il mondo, nel momento in cui nasciamo, è l’abbraccio.

Quando ci affacciamo al mondo siamo dei naufraghi ed abbiamo bisogno che qualcuno ci soccorra e ci porti dal ventre al seno materno. Abbiamo bisogno dell’abbraccio di qualcuno per stare nel mondo; quell’abbraccio che ci racconta anche del mondo nel quale stiamo vivendo.

Un abbraccio confortevole, sereno, empatico, rassicurante ci racconta di un mondo che possiamo esplorare, del quale ci possiamo fidare.

Un abbraccio ansioso, stringente ci parla di un mondo da evitare, un mondo che incute timore; meglio non uscire da quella stretta, da quella tana.

Un abbraccio evitante, a braccia ben tese, ci comunica che non possiamo fidarci di quella stretta materna; meglio cercare conforto altrove.

In quell’abbraccio comunichiamo le nostre emozioni, la nostra storia. Ciò che è importante è trovare la giusta misura tra legame e controllo.


Un legame che unisce ma che rappresenta, allo stesso tempo, un ponte verso il mondo, un liberare il figlio alla vita. La frase “nessuno ti amerà mai come la tua mamma” è sinonimo di “io vivo per te”, indice di un legame simbiotico che soffoca ed impedisce al figlio, ora adulto, di riconoscersi e strutturare la sua identità.

Compito di un genitore è quello di rappresentare per il bambino un porto sicuro in cui trovare riparo ma, allo stesso tempo, permettergli di navigare in mare aperto alla ricerca della direzione che meglio lo rappresenta.

Noi possiamo fornirgli una bussola ma non gli indichiamo quale mare attraversare; rappresentiamo un porto ma un porto dal quale si parte. Io penso non esista un legame perfetto; siamo esseri umani alle prese con le nostre imperfezioni, ferite, fragilità.

Ciò che ritengo sia importante è la consapevolezza dell’influenza che esercitiamo sul bambino e il tentativo di ricalibrare la misura.

Ad esempio una mamma che sa di essere tanto ansiosa, cerca di trovare quelle strategie che le consentano di gestire la sua ansia, evitando di trasmetterla al figlio. Il legame influenza la formazione del carattere del bambino.

Se siamo tanto ansiosi raccontiamo al figlio che il mondo è pericoloso, fa paura; se siamo troppo arrabbiati gli presentiamo un mondo ostile dal quale bisogna difendersi.

Ecco perché ritengo sia fondamentale lavorare su di noi per raggiungere la consapevolezza e trovare la giusta misura per un racconto coerente del mondo che viviamo.

Come?

In primo luogo, non partire dal presupposto “sono fatto così”. Questa è una convinzione che toglie ogni possibilità di analisi, di confronto, di dialogo con noi stessi e con gli altri.


Educare comporta il rendersi conto di quale stile educativo possediamo, quale abbiamo ereditato, esserne consapevoli ed impegnarsi per modificarlo qualora crei difficoltà nella relazione. Educare non è semplice e richiede un costante impegno ma è quel viaggio meraviglioso e sorprendente che ci pone sempre di fronte a sorprese continue che mai ci saremmo aspettati.


A volte le sorprese ci colgono impreparati, ma se abbiamo quella capacità interna di ascoltarci, di confrontarci e, perché no, di chiedere aiuto, il nostro viaggio potrà continuare verso sentieri luminosi, per il benessere nostro e dei nostri figli, alunni...


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