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Il ciclo vitale della coppia

"E guarirai da tutte le malattie perchè sei un essere speciale ed io, avrò cura di te"

F.Battiato, La cura


L'amore non è un percorso lineare, fatto di tappe che partono dall'idealizzazione, tipica dell'innamoramento, per giungere alla disillusione, in cui arriva la consapevolezza, ma è un moto centripedo che crea trame variegate e molteplici.

La meraviglia del rapporto di coppia autentico è la circolarità di varie componenti; una relazione che si sostanzia di un girotondo di emozioni, in cui viene concesso lo spazio adeguato per una sana illusione, idealizzazione, accompagnato da una reale consapevolezza.


POSSIBILI PANORAMI

E' ora di partire

L'incanto del corteggiamento

Esaltazione e disperazione che si alternano nel percorrere nuovi territori.

Un nuovo incontro che pare perfetto, rispondente alle aspettative, ai bisogni, alle richieste di chi si avventura nel labirinto dell'amore.

M.Malagotti descrive l'innamoramento utilizzando la metafora di un iceberg, evidenziando come la parte emersa si compone di norme esplicite, accordi consapevoli, con la funzione di contenere ed unificare.

La parte sommersa si struttura invece sulla base di tutti quegli elementi affettivi-emotivi non consapevoli, per i quali ci aspettiamo che l'altro soddisfi tutte le nostre aspettative ed appaghi i nostri bisogni primari insoddisfatti.

Basta un istante per essere travolti nel girotondo continuo dell'idealizzazione, dell'onnipotenza, presi dal desiderio di voler mostrarci come l'altro ci desidera e dal vedere l'amato come noi vorremmo che fosse.

Un desiderio fatto di sguardi, attese, aspettative, di scoperta dell'altro.

Una scoperta che può, ma non necessariamente, partire dall'idealizzare l'altro, per poi rendersi conto ch'egli non è proprio come noi ci eravamo immaginati, che non può appagare e risarcire tutte quelle promesse che noi stessi ci eravamo creati.

Allo stesso tempo una scoperta che può, fin da subito, aprire i nostri occhi ad un panorama fatto non solo di luci, colori e balocchi, ma di ombre, bui.

Illusione e verità, disillusione ed idealizzazione entrano in una piazza che gira intorno al tema dell'amore; un moto centripeto che crea trame variegate e molteplici.

A questo punto il cammino trova varie strade che possono essere percorse.

Bivio tra sicurezza ed avventura

Essere innamorati per Kernberg implica una sorta di "processo di lutto" rispetto agli oggetti reali infantili, dipendente dalla capacità di crescere e raggiungere l'indipendenza.

Se la relazione con gli oggetti interiorizzati del passato è buona, l'individuo diviene fiducioso della propria capacità di dare e ricevere in una relazione d'amore.

E' pur vero che, se il partner viene idealizzato prevalentemente come oggetto totalmente buono, nel momento in cui non corrisponde più all'immagine perfetta, viene allontanato e respinto.

Un'adeguata mediazione può essere ritrovata nelle parole di Gabbard, il quale afferma come in amore ci sia una costante alternanza tra la posizione schizoparanoide e depressiva; questo è ciò che rende il sentimento un qualcosa di brioso ma allo stesso tempo instabile; sereno ma allo stesso tempo tumultuoso.

Grazie a questi passaggi evolutivi, dall'innamoramento si può passare ad una relazione d'amore stabile, fondata sulla tenerezza, sulla preoccupazione; un'idealizzazione più sofisticata, strutturata sull'empatia.

La vita di questo nostro viaggiatore è caratterizzata dalla ricerca costante di un equilibrio tra il desiderio di sicurezza ed avventura, tra la realtà ed il romanzo.

Anche negli adulti c'è bisogno di un attaccamento sicuro, ed è tanto più potente quanto lo è per i bambini, ma "nelle relazioni umane è complesso trovare sicurezza e prevedibilità. Lottiamo senza sosta per ristabilire quel senso illusorio di durata e prevedibilità...e così l'"attaccamento sicuro" non è un modello molto utile per l'amore romantico, adulto e reciproco, tranne che nelle sue dimensioni fantastiche, illusorie e capaci di sostenere la sicurezza. L'amore, per la sua natura più profonda, non è sicuro; ma noi continuiamo a vederlo tale" (S. Mitchell).

Mitchell sostiene che nella passione romantica l'oggetto amato viene investito di un valore illusorio, fantastico ed incarna gli ideali di perfezione, bellezza, potere. Un amore pregno di un intenso desiderio di qualcosa che non si ha, ma allo stesso tempo attrae per una promessa di sicurezza, per il "vissero per sempre felici e contenti".

"Così è proprio della passione romantica lo sforzo per superare la mancanza che essa stessa genera, per cercare una completezza che è presa in ostaggio dal desiderio, per ritornare al castello con la damigella salvata dal drago e fare di lei una principessa. Vogliamo credere che i nostri castelli siano costruiti con le pietre e non con la sabbia, che i nostri amori siano saldi e immutabili. Ma nel nostro castello immaginario, purtroppo, il cavaliere e la damigella perdono spesso le loro aspettative" (S.Mitchell).

Ecco che il nostro uomo in viaggio si trova dinnanzi una realtà diversa da quella che aveva fantasticato, che può destabilizzare, condurre all'insoddisfazione o magari rendere il sentimento che prova più realistico e sfaccettato.

L'amore romantico perdura nel momento in cui, con il tempo, viene costruita una tela fatta di realtà e fantasia, di tolleranza e fragilità, di fascino e quotidianità, dove l'illusione e la delusione inscenano un balletto dinamico e circolare con l'idealizzazione e la disillusione.

Come afferma M.L.Vittori "una certa quota di idealizzazione preserva la buona salute della relazione, poichè tale idealizzazione sovente investe caratteristiche positive dell'altro reali, non allucinate in un procedere illusorio...Reciproche idealizzazioni ristorano il senso di appartenenza alla coppia unitamente al senso di valore personale".

Rimane la possibilità di un "sogno ad occhi aperti", la presenza del rischio, dell'incertezza e quella quota di componente illusoria che, perchè no, alimenta il rapporto, pur se ridimensionata.

La passione si alimenta di presenza-assenza, di certezze e rischi, di ideali e delusioni.

La passione sessuale è vista da Kernberg come il "consegnarsi coraggiosamente alla desiderata unione con l'altro ideale, fronteggiando gli inevitabili pericoli".

Questo comporta l'accettazione dei rischi che derivano dall'abbandonarsi nella relazione con l'altro, ma prevede anche la speranza di un oggi e un futuro ricco del dare e ricevere amore.

Si potrebbe supporre che la passione sessuale nutra quelle prime fasi della relazione idealizzata, per lasciare poi il posto ad un'azione più sobria ed affettuosa.

Oppure si potrebbe ritenere che questa componente passionale sia l'elemento portante di un amore attivo e creativo, che unisce le coppie.

A tale proposito Kernberg ritiene che la passione sessuale è un collante permanente nelle relazioni amorose, con lo scopo di consolidarle, aumentarle o rinnovarle.

Ciò che, a mio parere, è importante avere sempre presente quando si affronta il tema dell'amore, è una riflessione basilare: "quello che voglio contestare è l'implicita idea che amore, partendo necessariamente da illusione, proceda lungo un binario fino ad uno scambio per due possibili destinazioni: disillusione sana e grigia; delusione completa. Nella fisiologia dell'amore questi aspetti compartecipano a dosi variabili e variabili gradenti, solo nella psicopatologia la permanenza in una stazione è immutabile e permanente" (M.L.Vittori).

Mi piace pensare alla passione umana come a "un romanzo ed è un alternarsi continuo di tensioni e rilassamenti che procede la trama" (M.Gramellini, C.Gamberale).

Il viale dell'unione

Il nostro viaggiatore ha scelto la sua amata, la coppia si è formata.

Ogni singola coppia che nasce ha una sua storia personale, privata e speciale; non necessariamente si struttura su delle fasi lineari e prefissate.

Ogni coppia è un percorso dinamico, misterioso e magico, fatta di storie, di racconti, di generazioni.

"Il matrimonio non è quindi semplicemente l'incontro tra due persone, ma è l'incontro di due famiglie che esercitano la loro influenza e creano una complessa rete di sottosistemi" (J. Haley).

Ognuno dei due partner giunge alla strutturazione della coppia con una narrazione personale, con le proprie difese, paure, i propri ideali, obiettivi, desideri.

"Amarsi è l'opera di due architetti dilettanti di nome Io che, sbagliando e correggendosi a vicenda, imparano a realizzare un progetto che prima non esisteva" (M.Gramellini, C.Gamberale).

Le unioni di oggi si basano su presupposti ben diversi rispetto al passato.

A tale proposito Mitchell pone una differenza sostanziale tra due tipi d'amore: l'amore cortese, sorto ai tempi in cui il matrimonio era considerato un'istituzione contrattuale politica ed economica che veniva stipulato dalla famiglia; l'amore romantico, legato alla spontaneità dei sentimenti, alla passione, al coinvolgimento affettivo. Prima del diciannovesimo secolo era convinzione che dal matrimonio potesse nascere l'amore romantico; solo a partire da questo periodo storico inizia a farsi spazio l'idea che sono la passione, l'amore e l'impegno a porre le basi per un matrimonio.

La coppia, nel momento in cui si struttura, si nutre di intimità e questo comporta una buona capacità di proiezione e di introiezione; un equilibrio tra il mettersi nei panni dell'altro senza perdere la propria identità e il fare entrare l'altro senza sentirsi invasi. Se la coppia non preserva i propri spazi di autonomia, il giusto spazio di un tempo proprio, il rischio è quello di non reggere più la relazione ed esplodere.

Un'intimità che inizia ad aprirsi alla socialità, al contesto sociale di appartenenza.

Sternberg sostiene che una coppia, perchè possa considerarsi tale, si compone di una "costellazione", i cui elementi costitutivi sono tre, tali da costituire quello che viene definito "il triangolo di Sternberg".

L'intimità: un sentimento di legame, di unione, di vicinanza.

La passione, che ha il suo nucleo nella sessualità da cui si dipanano attrazione e idealizzazione.

L'impegno, un progetto che impegna la coppia a proseguire a lungo termine; progetto come apertura al futuro.

Ogni componente si influenza a vicenda ed un cambiamento di una parte conduce a profonde conseguenze sulle altre.

A mio parere, ciò che accomuna queste componenti che determinano una coppia, è il "legame", quell'imprescindibile bisogno di unione che caratterizza ogni individuo ancora prima di nascere.

Un legame "non disperante", come lo definiscono V.Cigoli, C.Galimberti e M.Mombelli, inteso non come l'impossibilità di distaccarsi da un punto di vista emotivo, anche dopo la separazione.

Diviene dannoso un legame che impedisce ai due membri della coppia di preservare ognuno i propri spazi, la propria autonomia; un legame che porta a pensare di non poter sopravvivere anche solo un attimo senza l'altro. Un legame che, ai giorni odierni, corre il rischio di assumere le sembianze del virtuale, dell'immagine, della quantità di "like" che determinano l'autostima delle nuove generazioni.

Ecco quindi che un'ulteriore elemento fondamentale che caratterizza la coppia è la comunicazione fisica, corporea, pregna di carezze, effusioni, non solo da un punto di vista sessuale, ma intesa come vicinanza fisica nel senso ampio del termine.

Secondo Beavers, un presupposto importante perchè la coppia possa ritenersi "sana", è che entrambi i membri rispettino ed ammettano i punti di vista dell'altro, pur non condividendoli. L'autore parla di "verità relativa", ponendo in primo piano il dialogo ed il confronto all'interno di un eventuale conflitto.

Compito di una coppia che nasce è quello di costruire la propria identità rispetto alla relazione, di stabilire dei confini con le famiglie d'origine e con la comunità di appartenenza.

"Il passo decisivo nella formazione dell'identità sta nella scelta consapevole del partner, nel passaggio dall'innamoramento all'amore, ovvero dal "patto segreto" al "patto dichiarato", che ha nel matrimonio il suo rito di transizione". (P.Gambini).

Il nostro viaggiatore è giunto non più solo, al viale della festa, accolto da colori, luci, doni, coriandoli, campane, chi più ne ha più ne metta!

Nel ripercorrere il viale, i futuri sposi esprimono alla comunità il loro patto di fiducia e il loro impegno reciproco, mettono cioè in comunione quella parte emersa dell'iceberg ipotizzato da Malagotti. Una parte che non sostituisce quella sottesa, ma la integra, la arricchisce di consapevolezza e di tutti gli elementi emotivi ed affettivi che si sono adeguatamente elaborati e riformulati nel tempo.

E' arrivato il momento, per gli sposi, di mettere insieme le regole di convivenza, del quotidiano, che derivano dalle loro famiglie, allo scopo di stabilirne di nuove, funzionali per loro.

A questo cambiamento va aggiungo un fattore che agisce da sfondo ma decisamente potente, che consiste in un lavoro di lutto. Con il nuovo ruolo di "sposi" viene abbandonata la figura di "fidanzati"; questo richiede un processo di elaborazione del lutto per entrare nella nuova realtà: la famiglia.

Piazza della terza generazione

Quanta strada ha percorso la nostra coppia, con corse, arresti, blocchi, riprese..., è passata tanta o poca acqua sotto i ponti che ha incontrato nei suoi sentieri.

Ora sono giunti in una piazza ampia il necessario per contenere non solo due generazioni ma tre.

Fino a questo momento i nostri due amanti hanno dovuto e voluto, si spera, modificare e ristrutturare i ruoli di "figli", "fidanzati", "sposi", ponendo i giusti limiti con le rispettive famiglie di appartenenza.

A questo punto si trova sul loro cammino un nuovo ruolo, quello di "genitori", che affianca quello di "coniugi". Ruoli che comportano l'assunzione di due funzioni: coniugale e genitoriale.

Impossibile ora non volgere lo sguardo dietro di sè, facendo riemergere quelli che sono stati i modelli delle famiglie di appartenenza, nel tentativo di strutturare delle nuove regole da porre alla base di un modello nuovo e unico. Il nido ora è pieno, costruito da un ricco intreccio di legami, fatti di doveri e piaceri, di gioie e preoccupazioni, di confini elastici ma non troppo, di equilibri e squilibri. Tutto procede fino al momento in cui la coppia viene invasa da un extraterrestre, di cui non si conosce la provenienza, che spaventa: l'adolescente che, raggiunta la maturità, la differenziazione e lo svincolo dai genitori, lascia il nido.

Se ora ci mettiamo dalla parte della coppia, osserviamo come quel nido, che prima era pieno, ora è vuoto.

I nostri sposi si guardano negli occhi, scrutano i segni di anni vissuti sul volto dell'altro e si domandano se sono ancora in grado, se hanno ancora desiderio, di apparecchiare la tavola per due, di condividere gli interessi, di provare quel senso di intimità che un pò è rimasto, ora, in un vicolo poco percorso.











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